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L’importanza di saper progettare un Protocollo

Uno dei miei compiti come preparatore è quello di aiutare la stesura dei protocolli di lavoro. Non è un compito semplice perché ricco di ricerche, ma avere un protocollo “creato” dalla mano dell’estetista regala tanta soddisfazione e fiducia in se stesse (che non guasta mai).

Da dove dobbiamo partire?

Nonostante tante innovazioni o scoperte siano state fatte per caso, il metodo più corretto è l’avere un obiettivo.

La ricerca della grande idea da sviluppare, negli anni, abbiamo scoperto che è il gradino più alto e quindi più difficile da passare, perché si perde troppo tempo a trovare l’idea iniziale.

Quando si ha un obiettivo da raggiungere, invece, abbiamo visto che il confluire delle idee verso quell’unico fuoco è molto più veloce e mirato.

Il centro di tutto è l’obiettivo… vanno poi ad aggiungersi:

  • studi scientifici vecchi o già svolti

    – per creare un sistema volto ad ottenere risultati certi, già ottenuti in passato (le persone odiano fare da cavia, quindi avere un protocollo testato con testimonial è il massimo richiesto).

  • studi scientifici nuovi

    – gli studi scientifici nuovi servono per prima cosa avvalorare i dati dei “vecchi” sistemi dando un riscontro positivo e in seconda istanza, migliorare il protocollo consolidato immettendolo nel mondo odierno aggiungendo le attuali competenze.

  • prodotti per la cura domiciliare

    – sono i prodotti che le clienti devono usare in casa per far proseguire il protocollo anche a domicilio. Questo per creare una continuità di cura e arrivare ad ottenere ciò che ci siamo prefissati nel minor tempo possibile.

  • studio sulle manualità

    – questa è in realtà la parte più complicata. Ogni manualità (massaggio) ha un determinato beneficio, ma trovare o nel caso inventare, quello più adatto all’obiettivo prefissato arriva da test sul campo continui e mirati. Per esempio: in una località di forte lavoro industriale abbiamo testato, per una nostra allieva, delle manualità per abbassare lo stress delle clienti con ottimi risultati e un ottimo riscontro da parte sua.

  • macchinari e studio su di essi

    – i macchinari sono molto importanti nei nostri protocolli, perché:

1) abbiamo notato che le clienti ripongono una maggiore attenzione e fiducia verso le estetiste che oltre ad usare le proprie mani, utilizzano macchinari innovativi o presentati come di ultima generazione.

2) l’estetista che utilizza sapientemente manualità e macchina è colei che da risultati più velocemente. Nelle prime due settimane la cliente decide se rimanere o meno a lavorare con te, dare i primi risultati nei tempi più brevi è ciò che può fare la vera differenza.

  • materiale di consumo

    – tener ben presente quali prodotti monouso siano a nostra disposizione è molto importante. Abbiamo scoperto, dopo vari test, che le clienti apprezzano molto l’utilizzo di prodotti usa e getta che ribadiscono la sterilicità (anche se non sono propensi a pagarli… fanno la stessa resistenza che fanno al supermercato quando le vengono offerte loro le buste).

  • sterilizzazione

    – come è noto è molto importante che la cliente si accorga che l’attrezzatura a lei dedicata sia stata sterilizzazione… ma meglio dell’accorgersi è VEDERLO!

Quindi ottima idea, se si ha lo spazio per poterlo fare, dedicare una stanza alla sterilizzazione e vestirla di vetri, in modo che la cliente possa vedere che nessuno dei materiali venga utilizzato senza prima essere prima sterilizzato.

Di base un protocollo si può progettare per “3 motivi”

1 Superare i limiti di ciò che è già noto (quindi si andrà a colmare lacune o carenze di altri studi).

2 Creare da zero un metodo di lavoro innovativo.

3 Validare o Sconfessare studi precedenti che si basano su risultati preliminari acquisiti su casistiche limitate (i test effettuati su una casistica di poche persone e per questo falsati).

Ovviamente le casistiche sopra elencate NON sono tutte utilizzabili dall’estetista che vuole creare un suo protocollo di lavoro e quindi “che vuole differenziarsi”.

Quindi quali dobbiamo usare?

Il primo dei 3 è come lavoriamo noi, quello che noi utilizziamo per creare ciò che poi andremo a commercializzare. Gli altri due, “creare da zero un metodo…” e “validare o sconfessare un metodo…” sono due strade che noi tendiamo ad evitare, 

PERCHÈ…

  • lo studio diventerebbe troppo lungo e quindi l’applicazione del metodo avrebbe tempi “biblici”;
  • molto più complicato quindi dispendioso. Questo lo rende più difficile mostrarlo irresistibile alla cliente perché la cliente non ama avere qualcosa, anche se testato, che possa percepire come “Troppo Nuovo” e quindi dover fare da cavia.
  • l’utilizzo di ricercatori esterni o chimici farebbe crescere in modo esponenziale i costi di realizzazione, ma il rientro degli investimenti sarebbe lento e subordinato ad un marketing aggressivo su tanti canali.

“Superare i limiti di ciò che è già noto”

Nuova gestione e utilizzo dei macchinari, preparazione delle operatrici, preparazione dei prodotti domiciliari, realizzazione dei protocolli cartacei, studio sulla psicologia del cliente… sono le parti più importanti sull’utilizzo del nuovo protocollo.

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